Pietro è tornato da qualche giorno al suo magazzino, alla cooperativa Vesti Solidale. Da due anni lavora qui, addetto al reparto dove si raccolgono e recuperano rifiuti speciali, come quelli elettronici o le cartucce di stampanti e toner.
Come molti lavoratori, alla Vesti Solidale, anche Pietro ha un passato difficile alle spalle, con problemi con la giustizia. È arrivato qui grazie al contatto di una assistente sociale, ha fatto uno stage e poi è arrivato anche il contratto a tempo indeterminato.
All'inizio di quest'anno, alla soglia dei 60 anni, si immaginava tranquillo per un bel po', al lavoro nel magazzino dove arrivano materiali di stampa esauriti da tutta Italia, che loro selezionano, dividendo quel che c'è da smaltire da quel che si può rigenerare, imballano e spediscono, e così via.
«È un lavoro sporco, c'è tanta polvere, usiamo la mascherina per proteggerci».
Quel che non immaginava era che quella mascherina sarebbe diventata abitudine e necessità per altri motivi. E che avrebbe dovuto cambiare il suo magazzino con un altro.