I lavoratori di CFP in visita alle comunità Mizar

Incontro mizar 1Una serie di incontri tra le persone che lavorano negli uffici del Consorzio Farsi Prossimo e gli operatori e ospiti delle comunità e dei servizi che le nostre cooperative gestiscono.

Delle proprie e vere visite, incontri, scambi, racconti e momenti di condivisione, proposti dal nuovo presidente del Consorzio Farsi Prossimo Giovanni Lucchini, iniziate la scorsa settimana con una prima tappa nel quartiere milanese di Bruzzano, nelle comunità Mizar per persone con problemi di salute mentale, gestite dalla cooperativa Filo di Arianna.

I colleghi che lavorano degli uffici e nell'amministrazione di Consorzio svolgono un ruolo fondamentale per il funzionamento dei servizi e il successo dei progetti ma, come spesso accade anche in altri contesti lavorativi, chi quotidianamente si occupa “delle carte” di solito non ha l'occasione per incontrare le persone che beneficiano del loro lavoro.


Questi incontri sono invece l'opportunità di dare un volto alle persone di cui si conoscono i nomi scritti che passano tra le mani – che siano operatori o ospiti -, poter immaginare i luoghi in cui vivono, si curano, trovano le loro occasioni di ripartenza, conoscere le loro storie e le loro voci.

Filo Mizar

«Alle comunità Mizar abbiamo organizzato un incontro all'aperto, nel portico, perché per le regole Covid purtroppo nelle comunità non c'è ancora la possibilità di entrare e uscire liberamente, come fanno tutti a casa propria» racconta Alessandro Colombo, responsabile dell'area salute mentale della Filo di Arianna, che ha ripercorso con i partecipanti la storia ventennale delle Mizar, a partire dalla loro nascita (a cui lo stesso Alessandro ha collaborato) con l'accoglienza degli ultimi pazienti dell'ospedale psichiatrico Paolo Pini, su spinta dell'allora cardinale Martini, fino alla bella convivenza con le famiglie del Condominio solidale, che ha sede nello stesso stabile.

Qui, in via Urbino al 9, da vent'anni vivono insieme in tre palazzine collegate, all'interno dello stesso cortile, le due Mizar (oltre ad alcuni appartamenti di residenzialità leggera che si sono aggiunti negli anni) e il condominio solidale dell'associazione Comunità e Famiglia. Anche loro hanno partecipato alla serata e portato il loro racconto e la testimonianza di genitori soddisfatti di far crescere i propri figli in un contesto in cui imparano sulla loro pelle che la diversità fa parte della vita.

«Maurizio Corti, il coordinatore delle comunità, ha avuto invece l'occasione di raccontare le difficoltà dell'ultimo anno e mezzo – spiega Colombo – dalle misure adottate, ai periodi in cui molti operatori si sono ammalati e, facendo i salti mortali per coprire i turni, siamo riusciti a preservare gli ospiti, tanto che nessuno di loro ha invece contratto il virus. E poi le difficoltà emotive e psicologiche che, tra persone che già soffrono di disturbi psichiatrici anche gravi, hanno generato tantissime fatiche e episodi anche violenti. Insomma, non ne siamo ancora fuori da questo punto di vista».

incontro mizar 2

La serata è stata anche un momento di festa, che si è conclusa con un apericena a cui hanno partecipato anche alcuni ospiti delle comunità.

«Grazie a chi è riuscito a esserci, a chi l'ha organizzato, all'equipe delle Mizar: abbiamo potuto conoscere un po' la realtà dei "residui manicomiali" e degli operatori che si dedicarono a loro con grande dedizione, che con il loro lavoro proclamano con i fatti e non a parole la dignità di queste persone – ha commentato poi il presidente di CFP Giovanni Lucchini – Per me è una testimonianza da brivido ogni volta, un incontro che dà senso al mio lavoro su scartoffie, autorizzazioni e verbali».