Blog

Solo gli operatori autorizzati (come noi) possono raccogliere indumenti usati
- La raccolta dei vestiti usati si può fare solo nei luoghi gestiti da operatori autorizzati: i nostri cassonetti lo sono, i negozi di abbigliamento no.
Dal 1 gennaio 2022 in Italia è entrato in vigore l'obbligo di un nuovo tipo di raccolta differenziata: quello dei rifiuti tessili.
La Rete RIUSE, di cui Consorzio Farsi Prossimo è capofila, già da molti anni attua questo tipo di raccolta differenziata sul territorio attraverso i propri “cassonetti gialli”: quelli con il marchio della Rete R.I.U.S.E. e di Caritas Ambrosiana (leggi qui per capire bene come funziona il processo di raccolta e rimessa in circolo dei vestiti usati). Attualmente sono oltre 2500 cassonetti nelle province di Milano, Brescia, Bergamo, Lecco e Como.
Da un po' di tempo vediamo però anche altre raccolte di vestiti usati in altri luoghi, come ad esempio negozi di abbigliamento. Confindustria aveva infatti chiesto al Ministero dell'Ambiente la possibilità che i produttori di abbigliamento potessero effettuare questo tipo di raccolta nei propri punti vendita.
Questa attività però non è ancora stata autorizzata: il Ministero ha infatti confermato che
la raccolta di prodotti tessili e moda a fine vita non può ancora essere effettuata direttamente in questi negozi, e che al momento la raccolta degli indumenti usati è consentita solo se gestita da operatori autorizzati nell’ambito delle raccolte differenziate di rifiuti urbani.
Leggi di più qui: https://www.donavalore.it/solo-gli-operatori-autorizzati-possono-raccogliere-gli-indumenti-usati/
Le cooperative della Rete RIUSE sono in possesso di questa autorizzazione: i nostri cassonetti restano quindi i luoghi migliori per deporre i propri vestiti usati perché possano essere correttamente recuperati e riciclati.
Perché, oltre a fare del bene all'ambiente, fanno del bene anche alle persone!