Prossimità: il nostro lavoro nei paesi del terremoto

 

Delle 11 cooperative che oggi fanno parte del Consorzio Farsi Prossimo, quasi tutte lavorano e forniscono servizi sociali e sociosanitari sul territorio della diocesi di Milano.

Tutte tranne una.

Si tratta di Prossimità, che invece ha sede a Rieti. Cooperativa sociale costituita nel 2011 che lavora prevalentemente a favore di anziani e persone non autosufficienti con attività di assistenza e orientamento perché le famiglie possano ottenere un sostegno economico per poter pagare un assistente familiare: una badante, un infermiere, o una persona in aiuto all'anziano.

Affiancano anche le famiglie aventi diritto e le aiutano a richiedere prestazioni integrative per i propri anziani, come soggiorni di sollievo, ore di supporto con un educatore o un personale oss, consegna dei pasti o servizi di accompagnamento, ad esempio per una visita medica...

Seguono abitualmente un centinaio di anziani con le rispettive famiglie, che risiedono in Rieti città o nel distretto sociosanitario denominato “Rieti 5”, che comprende piccoli comuni della zona tra cui i paesi di Amatrice e Accumoli, devastati dal terremoto del 24 agosto scorso.

Anche Prossimità ovviamente si è messa a disposizione, a partire dalla mattina stessa, con il proprio personale.

terremoto sl donaora

«Il giorno stesso del terremoto, nella confusione, abbiamo cercato di ritracciare le persone che seguiamo. Purtroppo abbiamo avuto due morti tra i nostri anziani di Amatrice, e altri hanno perso dei familiari – racconta un referente della cooperativa Prossimità. – Ma ovviamente abbiamo messo il nostro personale a disposizione della popolazione, delle forze dell'ordine, del personale di soccorso».

È vero che si sono sempre occupati di servizi per anziani e persone non autosufficienti ma, dopo un evento come quello che ha sconvolto il territorio in cui operano, è facile ipotizzare che il loro lavoro cambierà.

«Sicuramente dovrà adattarsi a un contesto profondamente diverso. Per questo possiamo immaginare che parteciperemo, insieme alle altre realtà che lavorano in questi paesi, intanto a ri-mappare il territorio: chi è rimasto, qual è il profilo ora dei residenti, chi se n'è andato definitivamente... per capire per chi lavorare, e quindi che interventi possono realmente servire – spiega ancora la cooperativa. – Parteciperemo al dopo-terremoto con interventi per il mondo adulto: ad esempio con interventi di supporto alla genitorialità e agli insegnanti, aiutandoli a gestire la ripresa della scuola in questa situazione anche con attività didattiche mirate».

Senza dimenticare l'aiuto a chi sta aiutando. «Chi adesso si sta spendendo per gli altri, ad un certo punto avrà a sua volta bisogno di sostegno.».

Ultimo, ma non certo in ordine di importanza, il lavoro orientato ai minori e all'infanzia.

«Ci segnalano situazioni critiche, in cui alcuni bambini sopravvissuti non vengono più ritrovati. Pare che alcuni bimbi rimasti orfani siano stati protetti dai nonni per paura che vengano portati loro via dai servizi sociali. Ovviamente noi vigileremo su questi casi delicatissimi perché i legami familiari vengano preservati, ma non sarà facile lavorare su queste situazioni.

Le azioni di intervento più importanti saranno sui minori rimasti orfani, perché i più segnati.

Ma collaboreremo anche per attivare laboratori didattici, un centro di ascolto e sostegno per la gestione dello stress, saremo a disposizione per accompagnare tutti i bambini che hanno vissuto questo trauma».