RIUSE: in Europa si lavora per migliorare il riciclo dei rifiuti tessili

RIUSE: in Europa si lavora per migliorare il riciclo dei rifiuti tessili

Il Parlamento Europeo lavora a una modifica della direttiva 2008/98/EC sui rifiuti. Risponde all'esigenza di un maggior riciclo dei rifiuti tessili

Il settore tessile è uno dei settori di produzione che più richiede risorse per la produzione e più genera rifiuti. Insomma, un settore ad alto impatto ambientale.

Secondo gli ultimi dati del 2019, nell'Unione Europea i rifiuti di abbigliamento e calzature ammontavano a 5,2 milioni di tonnellate, pari a 12 kg per persona all’anno.
Attualmente circa il 78% dei rifiuti tessili post-consumo (abbigliamento e calzature, tessili per la casa e tessili tecnici), non viene raccolto separatamente e finisce nei rifiuti domestici misti, destinati all’incenerimento o alla discarica.

Prevenire, riutilizzare e riciclare i rifiuti tessili può quindi contribuire in modo determinante a ridurre l’impronta ambientale del settore.

Per questo il Parlamento Europeo si sta muovendo.

In una consultazione fatta con gli Stati membri, gli stakeholders - come la Rete RIUSE -, imprese del settore, associazioni, ONG e cittadini emergono delle richieste concrete: come quella di promuovere tessuti durevoli e di alta qualità, migliorarne il riuso, dove possibile prepararli per il riutilizzo e aumentare la cernita per il riutilizzo, il riciclo e le infrastrutture di lavorazione, prevedere incentivi economici per rendere i prodotti più sostenibili e garantire la concorrenza leale nel riciclo.

Rispondendo proprio a queste richieste ed esigenze, il Parlamento Europeo sta lavorando a una modifica della Direttiva 2008/98/EC sui rifiuti che stabilisce misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana.

Noi della Rete RIUSE seguiamo con attenzione i lavori e continuiamo a tenervi informati.

 

Per approfondire, consulta il sito della Rete RIUSE, di cui Consorzio Farsi Prossimo è capofila.