Farsi prossimo, sempre

life jackRama aveva otto anni, suo fratello Mohamed cinque. Insieme a loro c'erano i fratellini Omar, tre, e il piccolissimo Israa di un anno. Tentavano con la loro mamma e il loro papà la traversata del mare, su un barcone insieme ad altri 550 esseri umani. Non furono soccorsi, quella notte, nel Mediterraneo, quando la loro barca si ribaltò.
Erano fuggiti dalla guerra in Siria, e poi ancora dalla guerriglia in Libia, e cercavano una vita in pace in Europa.
Abbiamo ospitato i loro genitori in uno dei nostri centri di accoglienza – Casa Suraya, gestita dalla cooperativa Farsi Prossimo – appena arrivati a Milano. Da soli e disperati, perché i loro quattro bambini erano dispersi, finiti in fondo al mare.

Stiamo vivendo, in questi giorni, un periodo difficile, in un clima culturale e politico pesante, di chiusura e alzata di muri verso chi arriva nel nostro Paese.

In questo momento crediamo sia particolarmente importante schierarsi semplicemente a favore degli esseri umani.
Perché il dramma che spesso portano sulle spalle queste persone potrebbe colpire chiunque. Noi crediamo che a questo dramma l'unica risposta possibile sia “farsi prossimo”.

Noi ricordiamo Rama, Mohamed, Omar e Israa, e insieme a loro i trentamila esseri umani, spesso senza nome, la cui vita è finita in fondo al Mediterraneo.
Crediamo e speriamo che vicende come questa possano fare appello all'umanità di ciascuno.