«E chi è il mio prossimo?»

ama il tuo prossimoLa domanda "Chi è mio prossimo?" (Lc 10, 25-37) continua, da 2000 anni, a interrogare gli uomini. Recenti e stravaganti risposte ci hanno fatto ripensare a cosa possa significare per noi.

All'inizio della nostra storia, trent'anni fa, abbiamo mosso i primi passi guidati dalla riflessione del cardinale Carlo Maria Martini che ci invitava a “farci prossimi” di chi aveva bisogno, come il buon samaritano.

Nella parabola “del buon samaritano” raccontata nel Vangelo di Luca, il levita e il sacerdote non si fermano ad aiutare una persona in grave difficoltà, perché straniero e diverso da loro.
È proprio in questo che il samaritano li supera: il samaritano vede oltre gli abiti e le differenze e sa riconoscere, nella persona bisognosa, un essere umano esattamente come lui.

La solidarietà del samaritano del Vangelo è quella che ci guida, nel nostro lavoro e nella vita quotidiana: il prossimo non si sceglie, il prossimo è semplicemente chi ha bisogno in quel momento.

I nostri primi servizi davano risposta ai bisogni e alle fragilità di persone di cui all'epoca nessuno si occupava, come i profughi e i primi malati di Aids.
Trent'anni dopo ci occupiamo ancora degli ultimi della fila.

Le nostre 11 cooperative lavorano a favore di quasi 46mila persone con un'offerta di 525 diversi servizi.
Vuol dire che siamo al servizio di tutte le persone che sono in difficoltà: che siano bambini, famiglie, uomini o donne, anziani, malati, disabili, disoccupati, italiani o stranieri, noi non facciamo differenza. Noi ci occupiamo delle persone.

Ed è questo che trovate raccontato nella prima newsletter del 2019: storie diverse, cooperative diverse, lavori diversi a servizio di persone con difficoltà diverse. Tutte con pari dignità.

Come il buon samaritano non sceglie di chi farsi prossimo, anche noi cerchiamo di farci prossimi di chi ci capita accanto.

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