Il 30 novembre la protesta delle case alloggio per persone con Hiv/Aids: “Senza adeguamento delle rette chiudiamo”

Il 30 novembre la protesta delle case alloggio per persone con Hiv/Aids: “Senza adeguamento delle rette chiudiamo”

Le rette delle case alloggio risalgono al 2005: la situazione è insostenibile.

aidsAnche i nostri centri “don Isidoro Meschi” e “Teresa Gabrieli”, gestiti rispettivamente dalle cooperative L'Arcobaleno e Filo di Arianna, partecipano alla manifestazione pubblica organizzata per il 30 novembre alle ore 11 davanti a Palazzo Lombardia (Sede della Regione, a Milano) per attirare l'attenzione sulle condizioni in cui versano le Case alloggio per persone con Hiv e Aids.

La protesta è organizzata dal Coordinamento delle case alloggio per persone con Hiv/Aids – che raccoglie 23 strutture in Lombardia - alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta all'Aids che si celebra ogni anno il 1 dicembre.

Il Coordinamento delle Case alloggio denuncia una difficoltà economica da tempo e chiede un adeguamento delle rette che sono state stabilite nel 2005 e mai adeguate all’aumento del costo della vita.

Inoltre, le Case alloggio sono strutture residenziali convenzionate con il sistema sanitario ma che non sono mai state accreditate: questo genera e ha generato negli anni diversi problemi: dall'esclusione all'accesso a tamponi e dpp nella prima fase del Covid, alla successiva esclusione iniziale ai vaccini, fino a quella ad aiuti economici o ristori.

Con l'ulteriore aumento dei costi della vita e dell'energia, le comunità ora, se non verranno previsti aiuti, sono a rischio chiusura.

Stiamo parlando di 23 case alloggio che ospitano 250 persone che, in caso di chiusura, perderanno casa e assistenza sanitaria e sociale. In alcuni casi queste persone hanno una famiglia, che però difficilmente può sostenerne la cura. In molti altri casi si tratta di persone sole che non avrebbero alcun luogo in cui andare e finirebbero per strada o affidati a un sistema sociale non specifico e non adatto alla loro situazione.

Leggi qui l'appello del Coordinamento delle Case alloggio

 

 

Cosa sono le Case Alloggio per persone con Hiv/Aids

Le prime Case Alloggio per persone con HIV/AIDS sono nate alla fine degli anni 80; nel corso degli anni 90 si sono diffuse in buona parte delle province lombarde, per dare risposta alle crescenti situazioni di abbandono e di emarginazione di persone che dovevano fare i conti con l’AIDS, la sindrome allora incurabile causata dal virus HIV, e con un’epidemia ancora peggiore fatta di paure infondate, di stigma e di pregiudizio.

Per anni hanno accolto e accompagnato giovani uomini e giovani donne, cercando di dare un senso e dignità alle fasi terminali della loro vita.

Le Case Alloggio continuano ad accogliere ed accompagnare, con competenza e professionalità, persone fragili con multi-problematicità sanitarie e sociali.

Il diritto all’accoglienza nelle Case Alloggio è riconosciuto in Italia dalla legge 135 del 1990 “Piano degli interventi urgenti in materia di prevenzione e lotta all'AIDS” e sempre ribadito dalle successive norme nazionali.

In Regione Lombardia le Case Alloggio sono strutture residenziali ad oggi ancora convenzionate con le singole ATS sulla base della Delibera Regionale n. VII/20766 del 16 febbraio 2005.

Negli ultimi 20 anni più volte la Regione ha dichiarato di voler passare ad un regime di accreditamento ma ad oggi questa resta la norma di riferimento. Le rette stabilite con la delibera del 2005 non sono mai state adeguate all’aumento del costo della vita.