Rete R.I.U.S.E. lavora per una filiera di raccolta dei rifiuti tessili più solidale


DEF ReteRiuseLOGOIspirate dal documento Eu Strategy for Sustainable and Circular Textiles, le cooperative sociali aderenti alla Rete R.I.U.S.E. hanno collaborato alla stesura di un emendamento a vantaggio della filiera di raccolta del tessile presentato dall'on.Muroni

 

A pochi mesi dall’entrata in vigore dell’obbligatorietà della raccolta dei rifiuti tessili, le cooperative sociali aderenti alla Rete RIUSE, di cui Consorzio Farsi Prossimo è capofila, hanno collaborato alla stesura di un importante emendamento presentato dall’On. Rossella Muroni alla Camera dei Deputati per rendere la filiera di raccolta dei rifiuti tessili più solidale. L’idea nasce dalle note inserite nel pacchetto economia circolare approvato a Bruxelles e nel documento “EU Strategy for Sustainable and Circular Textiles” recentemente presentato al Parlamento Europeo, in cui si sottolinea l’importanza dell’economia sociale e solidale nel settore della raccolta dei tessili e la necessità di politiche di sostegno, in virtù del ruolo che da sempre ha nel recupero di questo genere di rifiuto.

Sulla falsariga anche di quanto avvenuto in Spagna nel recepimento della Direttiva UE per l’obbligatorietà della raccolta del tessile, le cooperative sociali aderenti alla Rete RIUSE hanno collaborato alla stesura di un emendamento in cui si propone che sia “riservato alle imprese sociali appartenenti alla filiera della raccolta differenziata, preparazione per il riutilizzo, riutilizzo, riciclaggio e recupero degli indumenti e degli accessori di abbigliamento, almeno il 50% dei contratti per le attività di  recupero degli indumenti e degli accessori di abbigliamento in modo da poter raggiungere gli obiettivi”. Questo perché, nel panorama italiano la raccolta dei rifiuti tessili riguarda in larga parte società che operano nel sociale, in cui la forza lavoro è in buona parte composta da soggetti fragili o categorie svantaggiate e che reinveste buona parte degli utili in progetti di utilità sociale. E con l’obbligatorietà entrata in vigore in Italia dal 1° gennaio 2022 il settore vive un periodo di transizione in cui il rischio è lasciare indietro tante cooperative che operano in quest’ambito, a favore dei grandi gruppi industriali o altre forme di impresa.