Una seconda ondata che ha toccato ancora più da vicino le nostre cooperative. La coop San Luigi, che si trova a Varese, una delle province più colpite da questa fase della pandemia, ha dovuto fare i conti con diversi contagi da Covid-19.
Nonostante questo, i servizi sono rimasti tutti aperti. Ci sono state anche nuove accoglienze.
«Le nostre case di accoglienza non possono chiudere: sono, appunto, case. Però le fatiche sono molte – spiega Ilaria Loia. – Nelle comunità di adulti, gli ospiti stanno patendo il fatto che non si riesca ad attivare tirocini o quei piccoli lavori che, pur piccoli, facevano parte dei loro percorsi verso l'autonomia, non solo economica ma anche sociale, di relazioni.
C'è poi il lato sanitario, per cui è complesso gestire la protezione di persone che hanno problemi di salute e maggiori fragilità, che vivono nella stessa casa con altri che fortunatamente continuano a uscire per lavorare, oppure perché impegnate in attività di volontariato a servizio degli ultimi».
Difficoltà anche nella comunità per minori, dove i ragazzi sono messi a dura prova dalla sospensione – di nuovo – della didattica in presenza. «L'interruzione della scuola li sta mettendo in crisi e rende complicata la convivenza tutto il giorno con gli altri ospiti della casa», continua Ilaria.
E in più, ci si mette il virus, che è riuscito a entrare anche nella comunità Sant'Antonio.
«Alcuni ragazzi si sono ammalati, abbiamo attivato tutti i protocolli ma non è stato semplice da gestire, perché anche alcuni di noi operatori hanno contratto il Covid. È un momento difficile, ma stiamo continuando a lavorare: anche per poter concludere un'altra struttura che stavamo già ristrutturando per ampliare l'accoglienza dei ragazzi».