In questi mesi abbiamo raccolto molte testimonianze da chi ha continuato a lavorare nelle nostre cooperative, spesso in condizioni difficili e trovando ogni giorno soluzioni fantasiose per continuare a fare il nostro lavoro: essere accanto agli ultimi.
Le voci ascoltate hanno raccontato la passione con cui ciascuna delle nostre cooperative e dei nostri lavoratori ha saputo reinventare i propri servizi, con prontezza e creatività, pur di non abbandonare i più fragili.
C'è chi ha continuato a lavorare nelle comunità, chi per sicurezza ha rinunciato a vedere la propria famiglia per più giorni, chi si è inventato un modo di stare vicino anche dietro a un computer o attreverso un telefono, chi ha momentaneamente lasciato il suo lavoro per farne un altro considerato più urgente...
Qui sotto trovate le loro facce, quasi sempre coperte da mascherine, e il link alle loro testimonianze:
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LE VOCI DEI NOSTRI OPERATORI:
ANNA: alla Pani e Peschi, casa per adolescenti interrotti
MIMMO E GIGI: alle docce comunali con la Detto Fatto
STEFANO: a casa San Carlo, un luogo per ripartire
MARCO: portaMIlaspesa
AZIZ, che sostiene gli stranieri in quarantena
ANGELO: sottocoperta con i senza dimora a Rho
RACHIDA:pulizia di una (strana) primavera
NICOLÒ: la casa dei ragazzi a Varese
ANNA: anziani, il diurno al telefono
ROBERTO: l'educazione dei ragazzi passa da uno schermo
MARCO, che collega chi “è dentro” e chi è fuori
KABA, il rifugiato volontario per gli anziani
DAVIDE: in prima linea con gli homeless di Varese
MICHELLE, l'aiuto agli anziani in casa
PIETRO, magazziniere per i più poveri
ROBERTA racconta Albachiara: "Le ragazze stanno crescendo, ma le cicatrici restano"
SIMONA e l'italiano "a distanza" per donne e ragazzi stranieri