Caritas: «No all’abolizione della protezione umanitaria: con queste norme l’Italia torna indietro. Colpisce l’accoglienza diffusa».

farsi prossimo SammartiniDopo l'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto immigrazione, il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti ha rilasciato ad Avvenire un'intervista in cui spiega la posizione di Caritas sul tema.

«Il decreto è esattamente all’opposto della filosofia della Caritas. Perché va nella direzione della chiusura e si concentra sull’espulsione e riesce a rendere difficile l’integrazione, sulla quale si dovrebbe investire».

Le nuove norme ostacolerebbero il modello dell'accoglienza diffusa, secondo cui lavora anche Consorzio Farsi Prossimo (che proprio dalla Caritas Ambrosiana è promosso) e le nostre cooperative, da anni attive con professionalità in questo campo.

«Le norme non affrontano i problemi veri, la questione dell’accoglienza e la qualità dell’accompagnamento. Invece si fa di tutto per espellere e limitare al massimo le possibilità di riconoscimento, togliendo le condizioni minime per un percorso serio - dice Gualzetti nell'intervista di Avvenire. -
Quello che ci spiazza di più è la volontà di ostacolare l’accoglienza diffusa sui territori, modello che prevede la presenza di poche persone con il coinvolgimento delle comunità sul quale avevamo puntato molto. Per noi è quello il sistema più adatto per lavorare seriamente, evitando concentrazioni di immigrati in grandi centri. Il decreto ha scelto la linea opposta».

Il decreto di fatto depotenzierebbe il sistema Sprar, che a detta di tutti è un modello che funziona e per cui siamo “copiati” in Europa.

«Lo Sprar ha prodotto molti percorsi di integrazione delle persone, molte delle quali hanno potuto imparare l’italiano, capire la nostra cultura, trovare lavoretti per corrispondere all’aiuto ricevuto in un’ottica di reciprocità. I piccoli inserimenti hanno fatto bene anche alle comunità che, incontrando piccoli gruppi, hanno vinto paure e pregiudizi alimentati anche da una propaganda che vuole solo spaventare.
Noi non siamo per far entrare tutti, ma per trattare chi è entrato sul territorio nazionale con dignità».

Leggi l'intervista integrale sul sito di Avvenire.

 

Il commento dell'ANCI

Sul tema, per aiutarvi nella riflessione, vi proponiamo di approfondire leggendo anche il comunicato stampa dell'ANCI, l'Associazione nazionale dei Comuni Italiani, firmato dal delegato politico all’immigrazione Matteo Biffoni, Sindaco del Comune di Prato.

Lo si può leggere qui. 

In quest'epoca di slogan e semplificazioni, pensiamo che continuare ad approfondire sia ancora più importante per chi vuole costruire una società giusta.